Consorzio Vini Maremma Toscana.

La nuova Toscana del vino.

Una Toscana del vino “alternativa”, in costante crescita e dalle grandi potenzialità. Un marchio su cui investire che valorizzi le peculiarità dei suoi vini e l’ampio ventaglio di varietà. La natura incontaminata e un paesaggio che registra la quasi totale assenza d’industria, con un mare riconosciuto ormai da anni come tra i più puliti d’Italia. Infine, un importante bagaglio storico-culturale e un ricco patrimonio enogastronomico. Sono questi i punti di forza di un territorio per il quale il vino potrebbe diventare una sorta di fattore moltiplicatore, il baricentro di un processo di crescita economica sostenibile e fondato sui suoi caratteri primari.

In sintesi, questo è il programma di un Consorzio che rappresenta una denominazione ancora molto giovane ma dalle grandi potenzialità di affermazione, sia a livello nazionale che internazionale.

Il nostro punto di vista è al contempo semplice quanto ambizioso: vogliamo dare risalto non solo ai vini ma all’intero territorio e al particolare contesto della Maremma Toscana, al suo patrimonio culturale, all’ambiente, all’ospitalità e a tutte le risorse straordinarie che la distinguono.

È chiaro che per realizzare questi obiettivi la strada sarà lunga, ma riteniamo di aver individuato gli elementi più importanti su cui fare leva, a partire dall’unità di tutte le risorse organizzative di cui dispongono i Consorzi di Tutela che operano sul territorio. Nel contesto di mercato in cui lavoriamo, è diventato strategico concentrare e convogliare le risorse disponibili su obiettivi di comune interesse e di largo respiro, come, ad esempio, le attività di promozione. Abbattere i campanilismi deve diventare il nostro motto, in quanto consentirebbe ad ogni singolo Consorzio di diventare più efficiente e aumentare la notorietà dei propri prodotti, contribuendo al contempo ad accrescere la notorietà del territorio maremmano.

L’altro asse prioritario consiste nell’incrementare il valore del brand “Maremma Toscana DOC” con l’obiettivo di ottenere, nel medio periodo, un prezzo dello sfuso superiore di almeno il 20% sull’IGT Toscana, che costituisce il bacino di riferimento. Dobbiamo invogliare i produttori a rivendicare la DOC Maremma in alternativa all’IGT Toscana, anche e soprattutto a fronte di un vantaggio economico. D’altra parte, per ottenere una maggiore visibilità è necessario incrementare la massa critica: una Denominazione che vuole farsi notare sui mercati deve innanzitutto crescere nei numeri. Nel medio periodo ci proponiamo di raggiungere l’obiettivo dei 10 milioni di bottiglie l’anno, una quota non così lontana dai circa 6 milioni di bottiglie attualmente prodotte e vendute. Oggi sappiamo che sono quasi 4.000 gli ettari di vigneto rivendicati come IGT Toscana che potrebbero votarsi in DOC Maremma, con un potenziale produttivo che potrebbe superare i 40 milioni di bottiglie.

Specularmente alla crescita dei volumi, dobbiamo e vogliamo puntare sull’aumento della qualità media del prodotto; un obiettivo che pensiamo di ottenere utilizzando il ruolo guida del Consorzio nella diffusione di best practice da suggerire alle aziende socie. A questo proposito, l’organismo consortile deve sostenere l’impegno dei produttori nel tendere sempre più all’eccellenza, stimolando i “picchi” qualitativi poiché dalla percezione del mercato dipende il benessere e il futuro della Denominazione.

In parallelo, il Consorzio dovrà essere sempre più impegnato a promuovere una viticoltura sostenibile, contribuendo in tal modo ad investire sulle peculiarità ambientali della Maremma, territorio nel quale la presenza industriale è limitata e la natura quasi selvaggia; caratteristiche, queste, che rendono la Maremma attrattiva per il mercato, e la loro salvaguardia deve pertanto diventare un obiettivo primario del Consorzio. Attraverso la definizione di un protocollo produttivo orientato alla sostenibilità, concreto, semplice e controllabile, il Consorzio potrebbe svolgere un ruolo guida per le imprese vitivinicole e, allo stesso tempo, contribuire a far diventare la Maremma il primo distretto vitivinicolo sostenibile italiano.

Sempre nell’ottica di rafforzare qualità e tipicità dei prodotti della Maremma toscana, è necessario eseguire una mappatura del territorio di produzione della DOC, così da ottenere gli strumenti tecnico-scientifici per individuare e valorizzare le sub-aree, le biodiversità e le varietà più performanti. I dati raccolti serviranno, inoltre, per indirizzare la politica produttiva e quella promozionale della Maremma Toscana DOC.

Riguardo alla veicolazione dell’immagine, intendiamo lavorare sul potenziamento della notorietà della Denominazione per aumentare la penetrazione dei mercati, implementando un piano di marketing e comunicazione articolato, che sappia valorizzare la DOC a tutti i livelli. È opportuno, infine, intervenire sugli strumenti di governance, rivedendo lo statuto anche in ottemperanza delle nuove norme in materia, realizzando i regolamenti consortili necessari e procedendo, in caso di necessità, ad ulteriori modifiche del disciplinare di produzione. Come ho già accennato in apertura, il nostro obiettivo a lungo termine è creare un modello di sviluppo territoriale basato sul vino, analogamente a quanto avvenuto in altri territori vitivinicoli europei. In tal senso, il coinvolgimento della base associativa è decisivo: i soci devono partecipare, conoscere e condividere quanto più possibile le linee d’azione consortili, sia attraverso un costante e sistematico flusso di comunicazione interna, sia attraverso momenti istituzionali di confronto.

Francesco Mazzei
Presidente Consorzio Vini Maremma Toscana