Consorzio Vini Bolgheri.
Gli obiettivi di una denominazione in crescita.
La denominazione Bolgheri è per molti versi differente dalla maggior parte delle principali denominazioni toscane e di conseguenza è normale che segua anche strategie diverse.
Tre, in particolare, sono gli aspetti peculiari della denominazione: 1) la sua giovane età, 25 anni compiuti proprio nel 2019; 2) l’utilizzo essenzialmente di Cabernet e Merlot e la quasi totale assenza del Sangiovese, che è invece fondamentale per le altre DOC rosse toscane; 3) la compagine produttiva costituita quasi esclusivamente da produttori che svolgono tutte e tre le fasi produttive.
Il Consorzio è stato fondato nel 1995 da 7 produttori, un solo anno dopo il riconoscimento della DOC. Dato l’esiguo numero di soci, commisurato comunque al numero delle aziende produttrici, per alcuni anni il Consorzio ha avuto un’operatività essenzialmente formale. Con il tempo e con l’aumentare dei produttori, e quindi dei soci, è stato possibile contare su maggiori risorse che hanno consentito un maggiore dinamismo.
In particolare, nel 2014 è stato riconosciuto al Consorzio l’incarico a operare “erga omnes”, e da quel momento è iniziato a crescere anche il numero dei soci, passati dai 37 del 2013 ai 56 del 2019; numero che consente all’organismo consortile di rappresentare quasi il 95% della produzione. Si tratta di una percentuale molto elevata, indice del consenso di cui il Consorzio gode sul territorio. Il dialogo con le aziende e la costruzione di un’armonia tra esse è stata la prima priorità del Consorzio, mentre il suo mantenimento è l’obiettivo per gli anni a venire. Il rapporto tra i produttori è fondamentale non solo per assicurare una gestione consortile partecipata, ma anche per garantire condivisione e confronto sulle strategie a tutti i livelli, dalla coltivazione del vigneto alla gestione dei mercati.
Per quanto riguarda il vino, possiamo affermare che solo recentemente Bolgheri ha iniziato a sviluppare in maniera chiara la propria identità. Non a caso, l’ultima modifica significativa del disciplinare, che ha consentito di produrre vini DOC utilizzando anche solo uno dei tre principali vitigni ammessi (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot), risale a 8 anni fa. Anche a livello di tecniche colturali e di cantina si è cresciuti molto e ci si è via via indirizzati verso uno stile che predilige, più che la potenza, l’eleganza e la finezza nei vini. La possibilità di contare su tre vitigni, più i vari complementari, ci consente inoltre di affrontare al meglio il tendenziale aumento delle temperature, uno dei fattori di maggior rischio per la viticoltura del futuro. Riteniamo che, dal punto di vista qualitativo, il vino Bolgheri non potrà che crescere, anche in funzione di un dato molto importante: l’età dei vigneti. La maggior parte degli impianti è stata infatti realizzata tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Duemila e oggi l’età media delle vigne è di 14,5 anni. Nei prossimi 4 o 5 anni, quando raggiungeremo la piena maturità delle piante, assisteremo sicuramente a un ulteriore incremento qualitativo dei vini bolgheresi, oltre a una maggiore esperienza acquisita nei precedenti anni. L’attenzione alla qualità ha sempre caratterizzato la denominazione e il fatto che le maggiori aziende in termini produttivi abbiano sempre puntato sulla produzione di vini di alta fascia ha tracciato una strada che tutte le altre aziende, a prescindere dalla dimensione, hanno intrapreso con convinzione. Inoltre, la quasi totalità della produzione deriva da imprese che svolgono tutte le fasi produttive, fattore molto utile per delineare strategie condivise. Ancora un dato importante: la maggior parte dei vigneti è condotta con metodi di lotta integrata, tra i quali la confusione sessuale, e le pratiche colturali seguono in molti casi le prescrizioni del regime biologico o biodinamico, anche quando non vengono certificati.
Relativamente alla promozione e all’immagine della denominazione, il fatto di poter contare su molte aziende note e capillarmente presenti in tutto il mondo è estremamente utile, in quanto in questo modo i primi ambasciatori del territorio sono le aziende stesse. Grazie a esse, la denominazione è stata sempre molto presente all’estero. Fino a qualche anno fa veniva esportato oltre il 70% del vino, mentre negli ultimi anni abbiamo con piacere notato un netto incremento del mercato domestico: ora le proporzioni sono più equilibrate, con il 55% di export e il 45% di vendite in Italia.
Per quanto attiene agli strumenti promozionali, il Consorzio non ha mai pianificato, né ritiene di farlo, almeno nell’immediato futuro, iniziative a carattere strettamente pubblicitario, ritenendo di avere come testimonial efficaci le stesse etichette dei produttori. I maggiori sforzi promozionali si concentrano nella partecipazione alle principali fiere di settore (Vinitaly, Prowein, Vinexpo), non solo per valorizzare la denominazione, ma anche per dar modo alle aziende più piccole di essere presenti nelle vetrine internazionali a condizioni vantaggiose e accessibili. Nel 2020, per esempio, presenzieremo al Vinexpo di Hong Kong, il primo evento fuori Europa. Quest’anno abbiamo inoltre celebrato, con un evento eccezionale sul Viale dei Cipressi, i 25 anni della denominazione e stiamo lavorando per individuare una formula di evento che sia replicabile annualmente sul territorio. Tutto questo lavoro non può ovviamente prescindere dall’immagine di Bolgheri; un’immagine che può mantenersi tale solo con sforzi costanti e continui nelle spese di tutela, legali e di registrazione del marchio.
La crescita di Bolgheri in 25 anni è stata importante e significativa sotto ogni aspetto. I soci da 7 sono diventati 56, gli ettari piantati da 190 a 1.370, i prezzi sono costantemente cresciuti così come la fama e la riconoscibilità dei nostri vini.
Nel futuro, il Consorzio deve anzitutto preservare e custodire il grande lavoro fatto dai produttori in questi anni, per far sì che i prossimi 25 anni siano all’altezza di quelli appena trascorsi, con una particolare attenzione alla viticoltura sostenibile, ai mercati sempre più mutevoli e a uno sviluppo della notorietà del territorio.
Albiera Antinori
Presidente Consorzio Vini Bolgheri