Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano.
Una denominazione storica che guarda ai mercati.
Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano è stato eletto lo scorso 28 maggio, mentre la mia nomina come Presidente è avvenuta lo scorso 5 giugno 2019, nel corso della prima seduta.
Questa carica rappresenta un doppio onore per me: prosegue una tradizione inaugurata dalla Presidente uscente, Letizia Cesani, una donna alla guida del Consiglio di Amministrazione di un Consorzio vinicolo, un settore ancora molto maschile e, in secondo luogo, continua una tradizione familiare. Mio padre è stato infatti tra i firmatari della richiesta di riconoscimento della DOC Vernaccia di San Gimignano (che ottenne per prima in Italia nel 1966), e fu tra i fondatori del Consorzio nel 1972, oltre che il primo Presidente, carica che ricoprì ininterrottamente fino al 1987 e poi nuovamente dal 1993 al 2000.
Ad oggi posso quindi parlare degli obiettivi del Consiglio di Amministrazione in carica e non dei risultati raggiunti. Tre mesi sono infatti pochi per tirare dei bilanci, ma non per porsi obiettivi che si collocano tutti nell’ottica della continuità: vogliamo proseguire quanto intrapreso dai nostri predecessori negli ultimi dieci anni e che ci ha portato al raggiungimento di risultati importanti.
Il minimo comune denominatore di questi obiettivi si racchiude in una sola parola: territorio. Crediamo in esso, nel suo valore paesaggistico, che con il nostro lavoro preserviamo e tramandiamo. Crediamo nei frutti del nostro territorio e del nostro lavoro, in primis nel vino che ne porta il nome, la Vernaccia di San Gimignano. L’impegno principale del Consorzio non è quindi solo la tutela dei vini coperti da denominazione, ma di tutto il territorio nel quale insiste, nella convinzione che il rispetto per la terra e l’ambiente, come quello per le regole di qualità e salubrità alimentare, siano strade obbligate per il futuro della viticultura di qualità.
La sostenibilità ambientale rappresenta infatti l’altra imprescindibile linea guida: siamo profondamente convinti che non ci sia competizione tra questa e la qualità organolettica dei vini, anzi, nel futuro la qualità dovrà necessariamente passare per la sostenibilità.
Siamo profondamente convinti che le aziende possano contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, ma la domanda che dobbiamo porci è come tradurre tutto ciò in azioni.
Ad esempio proseguendo il percorso di valorizzazione ambientale intrapreso nel 2014 con Indaco2 S.r.l., azienda spin-off dell’Università di Siena. Con essa abbiamo iniziato la rilevazione della Carbon Footprint, ovvero la misurazione della quantità di gas serra emessi direttamente o indirettamente in atmosfera dall’intera filiera produttiva della nostra denominazione. I due anni di indagini hanno portato risultati estremamente confortanti: l’impronta carbonica della Vernaccia di San Gimignano risulta ben al di sotto della media nazionale. Lo studio ha anche fornito in dettaglio le emissioni dei singoli processi e individuato gli interventi per diminuirne ulteriormente l’impatto ambientale, e oggi lavoriamo con l’obiettivo di giungere a un grado di emissioni pari a zero.
Nell’ottica della valorizzazione della Vernaccia di San Gimignano e del suo territorio, la struttura “Vernaccia di San Gimignano Wine Experience” rappresenta senz’altro il progetto più importante, il nostro fiore all’occhiello.
Inaugurato nel 2017, è il luogo deputato alla conoscenza del nostro vino: si degusta con il supporto di esperti sommelier, se ne scopre in modo avvolgente e divertente la storia centenaria grazie ai più moderni mezzi multimediali. E se si aggiunge che si trova nel punto più alto del paese, la Rocca di Montestaffoli, da cui si gode il panorama a trecentosessanta gradi dell’intero territorio di produzione, la magia è fatta. L’obiettivo del Consorzio è quello di rendere questo luogo sempre più centrale nella divulgazione della Vernaccia di San Gimignano e della sua cultura, non solo intercettando i milioni di turisti che ogni anno giungono a San Gimignano per i suoi tesori architettonici, ma diventando essa stessa centro di attrazione per l’indotto enoturistico che il nostro lavoro promuove. Siamo consapevoli di rappresentare un’importante voce economica per il territorio, non solo per la produzione e commercializzazione del vino.
Dal punto di vista economico e commerciale, la promozione e la tutela della denominazione sui mercati nazionali e internazionali, dove la concorrenza è spietata, rappresentano obiettivi comuni per tutti i Consorzi di tutela. Da questo punto di vista essere una Docg storica ci aiuta perché riusciamo a presentarci con una forte identità, ma farsi conoscere e riconoscere in mezzo a tanti vini è sempre più difficile, la nostra produzione annua non arriva ai 5,5 milioni di bottiglie.
Per questo già il precedente Consiglio di Amministrazione aveva commissionato una ricerca di mercato per stabilire lo stato di salute della denominazione a livello nazionale e le strategie di marketing e comunicazione più indicate. Nel 2017 l’analisi risultò decisamente positiva: la Vernaccia di San Gimignano si posizionò al decimo posto nella top ten dei vini bianchi autoctoni italiani, terza per prezzo medio alla produzione del vino sfuso tra i vini bianchi di fascia media e per notorietà presso il consumatore, mentre raggiunse il nono posto nella vendita in GDO. Lo studio ne individuò i punti di forza, ovvero quello di essere vino bianco da tutto pasto, longevo e adatto all’invecchiamento, con una forte presenza di prodotti biologici e una marcata personalità. La Vernaccia di San Gimignano è una denominazione autoctona, antica, tipica, unica per storia e territorio, autentica, versatile, che rimanda al mare ma che in cucina si sposa con la terra. Negli ultimi anni il Consorzio ha basato la propria comunicazione su questi elementi, ma per il prossimo futuro vorremmo ripetere l’analisi estendendola anche ai mercati esteri, che rappresentano circa il 52% del fatturato della Vernaccia. Una buona indicazione l’abbiamo avuta dall’analisi “Vini Toscani: web & social listening report” condotta da Travel Appeal su incarico della Regione Toscana e presentata lo scorso febbraio all’inaugurazione della settimana delle Anteprime di Toscana.
Dai 41 mila contenuti online analizzati per capire diffusione e percezione dei vini toscani, è risultato che la Vernaccia di San Gimignano spicca tra tutte le Docg e Doc della regione per essere la denominazione con la più alta percentuale di crescita nelle conversazioni online, aumentate del 1.200% dal 2017.
Il dato è incoraggiante, ma siamo consapevoli che dobbiamo crescere ancora molto nel settore del marketing per riposizionare il nostro brand in una fascia superiore, che renda anche più stabile e remunerativo il nostro lavoro di produttori.
Irina Strozzi
Presidente Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano