Consorzio Valdarno di Sopra DOC.

BioRevolution: un primo passo per migliorare il futuro.

I piccoli consorzi e quelli di recente fondazione possono essere forieri di stimoli e innovazione. Ci stiamo impegnando per dare il nostro contributo a tutto il mondo del vino italiano, procedendo verso la giusta direzione. In un mercato sempre più globalizzato, mettere in gioco territori con una grande storia può sembrare semplice e facile. Purtroppo, la realtà è molto più articolata e le risposte che si devono costruire molto più complesse.

Noi certamente siamo fortunati perché poggiamo le nostre radici sul Bando di Cosimo III de’ Medici del 1716, uno degli atti formali più importanti del mondo del vino a livello internazionale. Un insieme di norme che, fornendo importanti opportunità al vino toscano di qualità, permise di conquistare nuovi sbocchi di mercato, a discapito del vino francese, facendo la fortuna della Toscana. La nostra è una terra di vini, non di vino. Tante le differenze e le tipologie, tante le storie di territori diversi, con dei denominatori comuni: storia, cultura, arte e paesaggio. Pochissimi altri territori al mondo possono contare su questo background per sviluppare la propria offerta.

Nel valutare un mondo profondamente cambiato, insieme ai consumatori e alle loro abitudini, nasce quindi spontanea una domanda: vale ancora la nostra vecchia mentalità, valgono ancora le nostre vecchie certezze e consuetudini? Crediamo di dover leggere le esigenze di oggi, sia generali che di prodotto, in modo molto laico.

Durante la costituzione della nostra Denominazione, riconosciuta nel 2011, è stata operata una scelta di fondo: prima il territorio e poi i vitigni. Una scelta proveniente da una lettura del Valdarno e delle sue esigenze e da una visione del nostro ruolo di custodi delle terre, strumento base della nostra attività imprenditoriale. Una visione che ha visto concordi all’unanimità i soci fondatori del Consorzio Valdarno di Sopra, così come nella decisione di far derivare da quella impostazione originaria le modifiche al disciplinare che abbiamo presentato e che la Giunta Regionale ha recentemente approvato. Con questa azione si è chiusa la prima fase dell’iter di modifica del Disciplinare, che adesso passerà al vaglio del Ministero dell’Agricoltura. Tra le modifiche più rilevanti, vi è stato l’inserimento della possibilità di utilizzo della denominazione esclusivamente per vini biologici e l’allargamento della denominazione fino ai confini indicati dal Bando di Cosimo III de’ Medici, con l’inclusione quindi del Valdarno Fiorentino.

Siamo molto soddisfatti della positiva conclusione di questa prima fase. Stiamo recuperando storia e tradizione, ma ci stiamo portando anche coraggiosamente sulla frontiera dell’innovazione, verso la difesa della natura, della biodiversità, dell’ambiente, della salute dei lavoratori, dei cittadini, dei turisti e dei consumatori. Questo è il senso della nostra BioRevolution.

Lo stesso coraggio e determinazione lo chiediamo adesso al Ministro Bellanova e al Ministero. In un momento in cui sono importanti le mobilitazioni per l’ambiente, è altresì fondamentale ed obbligatorio agire con atti concreti, cominciando da dov’è possibile realizzarli, soprattutto se richiesti da tutta la filiera della denominazione e da tutto un territorio.

Tanti sono gli obiettivi di innovazione che dobbiamo perseguire, in modo che nelle nostre bottiglie ci sia sempre più territorio.

In primis, il Consorzio deve agire ed aiutare i produttori a muoversi verso un’agricoltura di precisione che valorizzi le produzioni, aumentando e stabilizzando la qualità delle uve; deve anche supportare la ricerca verso la difesa autonoma delle viti, delle nostre varietà, quelle che hanno fatto la nostra forza e grazie alle quali i consumatori ci conoscono. Tutto questo deve avvenire in un contesto di collaborazione con le istituzioni, che dovrebbero agevolare questo processo finalizzando e semplificando l’accesso alle risorse comunitarie. In ultimo, andrebbe risolto il problema degli ungulati. Inutile investire e lavorare su produzioni di qualità, sapendo che cinghiali e caprioli possono danneggiare il nostro lavoro. Pretendiamo che questo danno netto, questa tassa occulta e inefficienza abbia fine.

Luca Sanjust
Presidente Consorzio Valdarno di Sopra DOC