Parlare della Malvasia di Castelnuovo Don Bosco è difficile senza inquadrare le dinamiche che regolano il suo territorio di origine. Nel Monferrato esiste un complesso insieme di componenti umane ed economiche legate tra loro in modo così profondo da non poter essere separate, senza il rischio di pericolose semplificazioni.
Per quanto riguarda la “nostra” Malvasia, locale interpretazione della Malvasia di Schierano, il suo nome deriva dal paese natale di San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani. Nei 6 comuni di produzione (Antignano, Pino d’Asti, Passerano Marmorito, Berzano San Pietro, Moncucco e Castelnuovo Don Bosco) la Malvasia “a grappolo corto” è coltivata da secoli, lungo i quali si è affinata una tecnica enologica che consente di dare vita ad un gradevole vino dolce, in versione spumante o fermo, a testimonianza della versatilità del vitigno. Alla degustazione si presenta di colore rosso cerasuolo con aroma tipico, che ricorda la rosa canina e i frutti rossi. Nel finale si completa con note aromatiche e un delicato tannino.
Ma il Basso Monferrato è terra di elezione di altre gemme enologiche. Oltre la citata Malvasia, troviamo: il Grignolino, il Ruché, la Freisa e l’Albugnano, locale e potente interpretazione del Nebbiolo. A proposito di questo vitigno, ricordo come esso sia stato recentemente elevato a tipologia della DOC Monferrato. Un’area dunque che mostra una grande varietà ampelografica, tenuta insieme dalla regina dei vini rossi piemontesi, la Barbera, che, nel Monferrato, conta oltre 6.000 ettari di vigneto iscritti.
Questo quadro consente di capire il recente cambio di nome del nostro Consorzio, divenuto “della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato”. Tale cambiamento si inserisce in una strategia di rilancio del Consorzio – che nel frattempo ha trasferito la sede nel castello di Costigliole d’Asti – per testimoniare il legame tra la produzione vitivinicola e la secolare storia del Monferrato.
Partendo dal soggetto attorno a cui l’ecosistema del Monferrato ruota, il viticoltore, abbiamo lanciato progetti tesi a migliorare la redditività delle produzioni. Per fare ciò ci siamo impegnati in due distinte aree di intervento, che mirano a migliorare la qualità del prodotto e la relativa comunicazione verso l’esterno. Riteniamo che la crescita delle 13 Denominazioni tutelate passi da un innalzamento della qualità delle uve e della salvaguardia dell’ambiente in cui esse crescono. Da questa convinzione nascono importanti progetti agronomici ed enologici, realizzati con la collaborazione di aziende, centri di ricerca e istituzioni, tra cui ricordo la Regione Piemonte.
Osservando l’aspetto promozionale, sono numerose le attività realizzate a favore della Barbera d’Asti, che è la DOCG piemontese più esportata all’estero, e delle altre Denominazioni.
Questo ci spinge verso una promozione globale che, oltre a consolidare i nostri vini nei mercati esistenti, riesca ad aprirne di nuovi. Un percorso lungo ma necessario, volto ad offrire alle aziende ulteriori prospettive commerciali, con conseguenti nuovi introiti da riversare sul territorio per aumentarne il benessere.
Il Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che ho l’onore di presiedere, si pone infatti l’obiettivo della crescita complessiva del Monferrato e dei suoi viticoltori, valorizzando tutto il suo patrimonio ampelografico, di cui la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco è parte integrante.
Filippo Mobrici
Presidente del Consorzio Barbera d’Asti
e Vini del Monferrato