Editoriale di Francesco Liantonio, Presidente Valoritalia.

Con questo primo numero del nostro Magazine inizia, senza dubbio, una nuova stagione per Valoritalia. Dopo quasi 10 anni di un’attività per molti versi frenetica, crediamo sia giunto il momento di comunicare a un pubblico più vasto chi siamo e quali compiti svolgiamo, in un settore, quello del vino, così importante per l’economia e l’immagine del nostro Paese.
Forse la volontà di comunicare è a suo modo indicativa di una oramai raggiunta maturità; di certo siamo consapevoli della necessità di uscire dallo stretto ambito degli addetti ai lavori, perché ciò che facciamo incide non solo sui vini che certifichiamo o sull’attività di quelle imprese che utilizzano una o più Denominazioni di Origine, ma in modo indiretto anche sulla fiducia dei consumatori. 

In estrema sintesi, il lavoro di Valoritalia consiste nel certificare il rispetto dei disciplinari di produzione che le stesse aziende si sono date, oltre a verificare che i vini osservino i previsti standard di qualità chimica e organolettica. In altri termini, Valoritalia fornisce a operatori e consumatori la fondamentale garanzia che i prodotti certificati siano conformi alle regole e agli standard contemplati dalla normativa. Un ruolo, quindi, delicatissimo e al contempo centrale per tutto il sistema. All’origine di Valoritalia, non più tardi di un decennio fa, vi è stata un’importante modifica della normativa, comunitaria e nazionale, che a quel tempo regolava il settore vitivinicolo. Questa sottraeva ai Consorzi le funzioni di controllo sulle Denominazioni tutelate per trasferirle a Enti “terzi”, ovvero società che non avessero una diretta connessione con le aziende sottoposte a controllo. Per certi versi si trattava di una modifica attesa, poiché allineava la normativa vitivinicola ai principi generali del diritto comunitario; nondimeno è stata rivoluzionaria per almeno due ragioni: da un lato perché ha generato un profondo riassetto delle funzioni dei Consorzi di Tutela, dall’altro perché diventavano centrali le garanzie fornite ai consumatori. Un punto, quest’ultimo, che ha costituito una positiva rottura con il passato.

Ripensando a quegli anni non posso non rievocare le grandi preoccupazioni che pervadevano coloro che, in varia misura, condividevano responsabilità di indirizzo nei Consorzi e nelle nostre rappresentanze associative. A quel tempo era a noi tutti evidente che con il subentrare di varie società di certificazione rischiavamo non solo di perdere un grande patrimonio di esperienze e professionalità, frutto di anni di investimento, ma anche di affidare un ruolo tanto complesso a soggetti di fatto privi di competenze specifiche. Con conseguenze potenzialmente disastrose per l’intero sistema.
Se quei rischi sono stati evitati, lo dobbiamo ai nostri soci costituenti, Federdoc e CSQA, che si sono impegnati in un percorso difficile quanto gravoso, sia sotto il profilo organizzativo che sul piano economico–finanziario. Ma soprattutto lo dobbiamo a Ezio Pelissetti, l’uomo che fino all’autunno scorso ha guidato Valoritalia, trasformandola in uno dei protagonisti del comparto vitivinicolo nazionale.

Per quasi un decennio ci siamo impegnati nel creare una società solida, erede delle esperienze e delle professionalità dei Consorzi, capace di fornire a tutta la filiera ampie garanzie di affidabilità. E credo che ci siamo riusciti, perché ne abbiamo fatto una società seria, motivata e consapevole del delicato ruolo che svolge. Abbiamo costruito un’organizzazione radicata su buona parte del territorio nazionale, con 34 sedi, uno staff di quasi 200 tra donne e uomini di grande competenza e circa 1.000 collaboratori esterni; una società che con il suo lavoro certifica e garantisce 228 Denominazioni di Origine – poco meno della metà di tutte le denominazioni vitivinicole italiane – e circa il 50% della produzione nazionale dei vini di qualità. Un ruolo importante anche sul piano economico, considerando che nel 2017 il valore di mercato dei prodotti certificati da Valoritalia ha superato i 6,3 miliardi di Euro, una quota rilevante dell’intero settore agroalimentare italiano.

Infine, negli ultimi tre anni, abbiamo cominciato a diversificare i nostri servizi per venire incontro alle nuove esigenze delle imprese, sempre più orientate verso modelli produttivi sostenibili. Abbiamo costituito una divisione interna specializzata nella certificazione di produzioni biologiche e integrate che già oggi fornisce servizi a circa 2.000 aziende, metà delle quali nel settore vitivinicolo. Altrettanto importante è stato il nostro contributo alla costituzione di Equalitas, una società che promuove un innovativo standard di certificazione per la sostenibilità ambientale e sociale. Sono scelte che già identificano una nuova prospettiva per Valoritalia, che ci spinge a essere al fianco delle imprese, ricercando la continua innovazione in prodotti e servizi, per rimanere sempre al passo con i tempi, in un mercato che non ammette ritardi.