La sostenibilità secondo i tre pilastri: sociale, ambientale, economico.

Il termine sostenibilità è uno dei trend key del mercato. Il concetto è stato ribadito nelle ultime fiere internazionali, lo hanno riconosciuto gli analisti di Wine Intelligence nell’osservare i mercati statunitensi e scandinavi, ci credono diversi Consorzi di Tutela italiani, ma anche interi distretti italiani e stranieri (come Champagne e Napa Valley) che vedono in questo aspetto un driver per provare ad affermarsi all’estero. E perfino l’Onu l’ha inserito tra gli obiettivi del Millennio.

Ma come e cosa ci dà la garanzia che si stia seguendo il percorso corretto, riconosciuto e riconoscibile sui mercati?
In questo quadro, si inserisce Equalitas, un progetto che vede tra i più ferventi sostenitori anche Valoritalia e il cui varo ha rappresentato un primo punto di arrivo rispetto ad anni di esperienze e confronti tra l’accademia, le imprese e gli altri componenti della filiera vitivinicola (rappresentanti del mondo agricolo, della trasformazione, della distribuzione, del commercio, dei servizi e del consumo). Momento clou è stato il Forum per la Sostenibilità del Vino (2014), nato prima dell’Expo 2015, per fare una sintesi rispetto a quanto elaborato da diversi tavoli di lavoro, con l’obiettivo di censire l’esistente in materia di sostenibilità in ambito vitivinicolo e per creare un luogo virtuale in grado di catalizzare e contaminare le istanze di tutti i portatori di interesse.

Il progetto Equalitas e il relativo standard, si rivolgono alla filiera del vino prevedendo l’adozione dei requisiti e la certificazione da parte di tutti i tipi di attori, siano essi agricoltori, trasformatori e imbottigliatori, raccogliendo tutte queste identità in una, fino ai Consorzi di Tutela. La norma prevede, infatti, la certificazione di tre dimensioni produttive: l’impresa (standard di Organizzazione), il prodotto finito (standard di Prodotto), il territorio (standard di Territorio).
Lo standard utilizza l’approccio integrato alla sostenibilità secondo i tre pilastri: Economico, ovvero la capacità di generare reddito e lavoro; Ambientale, cioè la capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali; Sociale, che significa la capacità di garantire condizioni di benessere umano (i diritti umani, le pratiche di lavoro, le pratiche operative leali, la tutela dei consumatori, il coinvolgimento e lo sviluppo della comunità, la qualità culturale e la salubrità del prodotto e del suo gesto di consumo). Lo standard è certificabile, e pertanto prevede requisiti oggettivi e verificabili per ciascuno dei tre pilastri della sostenibilità attraverso la definizione di buone pratiche e di indicatori. Queste,  sono state definite per ciascuna tipologia di operatore della filiera e per ciascun pilastro: buone pratiche di lavorazione agricola, di cantina, di imbottigliamento, sociali, economiche e ambientali.
Gli indicatori ambientali non si limitano alle ormai “canoniche” Impronta Idrica e Impronta Carbonica, ma trovano un aspetto innovativo nella misurazione della Biodiversità.

Nove aziende italiane sono riuscite a raggiungere il pionieristico traguardo della certificazione lo scorso aprile: Azienda agricola Salcheto (Montepulciano), Castello d’Albola (Radda in Chianti), Rocca di Montemassi (Roccastrada), Cantina I vini di Maremma (Grosseto), Cantina di Pitigliano (Pitigliano), Torrevento (Corato), Cantina Produttori di Manduria (Manduria), Azienda Agricola Ricci Curbastro (Capriolo), Podere San Cristoforo (Bagno di Gavorrano). 

Ora occorre anche valorizzare l’investimento, e l’augurio è che tante altre realtà compiano la stessa scelta sostenibile e che siano pro-attive in un percorso di co-marketing con Equalitas, che presenta potenziali elevati. Infatti, nonostante lo standard sia relativamente giovane, esso è già riconosciuto: è stato apprezzato dal Tsc (The Sustainability Consortium) e da Aicig ed Efow, da alcuni retailer del nord Europa e, soprattutto, dai Monopoli nordici (che hanno particolarmente a cuore il tema della sostenibilità). Tutti stanno spronando Equalitas a proseguire il lavoro, con la possibilità futura di riconoscere ad aziende e vini certificati, vantaggi competitivi sui mercati.

STEFANO STEFANUCCI
Direttore Equalitas