Negli ultimi anni la sostenibilità si è affermata in come principio guida nelle politiche e delle strategie comunitarie, nelle scelte attuate dai consumatori e nella scelta dei parametri considerati dagli investitori. Anche le imprese vitivinicole e i consorzi di tutela stanno orientando i loro obiettivi strategici in questa direzione. Il termine sostenibilità deriva dal latino sustĭnēre, ossia sostenere, e ricorda la necessità sempre più impellente di proteggere le risorse a nostra disposizione, preservando le funzionalità ambientali, sociali ed economiche ad esse associate. Il comparto vitivinicolo riveste un ruolo chiave in questo frangente, in quanto contribuisce in modo significativo alla creazione e alla conservazione paesaggistica del territorio, alla sua identità storica e culturale, e allo stesso tempo è fortemente condizionato dalle specifiche condizioni pedoclimatiche e genetiche delle aree storicamente vocate alla produzione. L’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), nello stabilire i principi per una vitivinicoltura sostenibile (risoluzione OIV-CST 518-2016), definisce che tale approccio deve integrare aspetti ambientali, sociali, economici e culturali e che le iniziative sostenibili richiedono attività di pianificazione e valutazione. In particolare: «un’iniziativa di sviluppo sostenibile richiede la creazione di un processo di pianificazione delle operazioni da intraprendere, di valutazione della loro efficacia e di adattamento successivo per garantire il miglioramento continuo». Con questa consapevolezza che Valoritalia supporta le imprese attraverso l’attività di controllo e verifica ai sensi dei principali sistemi di certificazione a livello nazionale: lo Standard SOPD Equalitas e il Programma VIVA. Equalitas è un’iniziativa nata dal confronto tra i rappresentanti della filiera vitivinicola per la condivisione di un approccio omogeneo alla sostenibilità del settore.

Lo Standard, denominato SOPD – Sostenibilità della Filiera Vitivinicola: Organizzazioni, Prodotti, Denominazioni di Origine, si riferisce esclusivamente al settore vitivinicolo e si compone di tre moduli applicativi; consente di certificare le imprese vitivinicole, i prodotti vitivinicoli e le Denominazione di Origine. Ogni modulo si compone di requisiti, relativi a buone pratiche ambientali, sociali ed economiche che costituiscono il sistema di gestione della sostenibilità. Per consentire il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia delle buone pratiche messe in atto, il protocollo Equalitas prevede, inoltre, il calcolo di indicatori relativi alla biodiversità, all’impronta carbonica e all’impronta idrica. Infine, riconoscendo l’importanza di una comunicazione interna ed esterna trasparente, completa e accessibile, Equalitas prevede la rendicontazione degli impegni stabiliti e dei risultati raggiunti attraverso la pubblicazione annuale di un bilancio di sostenibilità.

L’obiettivo di questo sistema di certificazione è dunque promuovere l’adozione di un sistema di gestione della sostenibilità efficiente e competitivo, definendo obbiettivi via via più ambiziosi, attraverso un approccio graduale volto al miglioramento continuo. A tal fine Equalitas viene costantemente aggiornato con le migliori esperienze disponibili in materia di sostenibilità in Italia e all’estero, tanto da costituire un riferimento per le certificazioni di sostenibilità a livello internazionale, come dimostra il recente riconoscimento della certificazione di Prodotto Sostenibile tra le “Sustainable Choice” del monopolio svedese Systembolaget. VIVA è il programma nazionale avviato nel 2011 dal Ministero della Transizione Ecologica, il cui obiettivo è misurare e migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola attraverso l’analisi di quattro indicatori: Vigneto, Aria, Acqua, Territorio.

Gli indicatori VIVA permettono di valutare gli impatti, di un’organizzazione o di un prodotto, associati alle pratiche agronomiche e di difesa (Vigneto), alle emissioni climalteranti (Aria), all’utilizzo della risorsa idrica (Acqua) e alle condizioni paesaggistiche, sociali e culturali (Territorio).

Ai fini dell’analisi, VIVA mette a disposizione delle imprese un applicativo web che permette l’inserimento di dati per la valutazione dei quattro indicatori, a seguito della quale il sistema genera automaticamente una reportistica per la comunicazione interna ed esterna delle prestazioni di sostenibilità.

Entrambi i sistemi di certificazione citati riconoscono l’importanza primaria di monitorare gli impatti delle produzioni vitivinicole sulle risorse naturali. Gli indicatori di impatto ambientale, impronta idrica e carbonica stanno assumendo in effetti un rilievo sempre maggiore nel contesto della sostenibilità, consentendo, attraverso il monitoraggio delle prestazioni e l’identificazione delle aree maggiormente impattanti, di definire piani di gestione delle risorse idriche ed energetiche, di valutarne l’efficacia e di sviluppare strategie di miglioramento.

Negli ultimi anni le richieste di servizi di controllo e certificazione in materia di sostenibilità sono aumentate sensibilmente, una transizione certamente supportata da un contesto socio-politico favorevole, ma anche fondata sull’idea e la volontà delle organizzazioni volontariamente impegnate nei percorsi di certificazione di coniugare crescita, qualità e sostenibilità delle produzioni vitivinicole.

In questa prospettiva la filiera si prepara ad affrontare le molteplici sfide connesse agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, come la promozione del rispetto dei diritti umani lungo tutta la catena di approvvigionamento, il mantenimento di un’offerta commerciale socialmente equa e in grado di sostenere la competitività del comparto vitivinicolo e lo sviluppo di strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici compatibili con la conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici ad essa associati.

Anna Paiola
Valoritalia