Procedure semplificate per accedere ai mercati.

La certificazione costituisce il passaggio fondamentale nel processo di creazione del valore di un vino di qualità: rappresenta, allo stesso tempo, un requisito essenziale per accedere al mercato ed una garanzia per il consumatore finale.
L’irrompere nella nostra vita quotidiana del Covid-19, con le misure di distanziamento sociale, la chiusura temporanea di molte imprese e di buona parte degli esercizi commerciali, ha rischiato di compromettere l’intera filiera vitivinicola, con conseguenze disastrose per decine di migliaia di imprese. In assenza di meccanismi di adattamento alla nuova realtà, comprensive di deroghe alle normali procedure, la viticultura nazionale sarebbe andata incontro al blocco totale delle vendite nei canali ancora aperti, principalmente Grande Distribuzione e online, sul mercato interno e su quello internazionale. Anni di lavoro, di investimenti e di faticose conquiste, hanno rischiato di dissolversi, perché il mercato non fa sconti e, senza la presenza fisica dei prodotti, le imprese inevitabilmente escono dai canali di vendita. Una volta perdute, recuperare le posizioni diventa difficile, soprattutto in un contesto che si preannuncia di estrema concorrenza.
La consapevolezza dell’enorme rischio, ha spinto tutti gli attori che con funzioni diverse sono chiamati a gestire le verifiche ed i controlli sulla filiera – Mipaaf, ICQRF (Istituto Centrale Qualità e Repressione Frodi), Organismi di Controllo, FEDERDOC e le organizzazioni di categoria – ad accordarsi affinché fossero utilizzate specifiche “procedure di crisi”, con l’obiettivo di consentire alle aziende di continuare a lavorare e vendere, nonostante le limitazioni.
Abbiamo scelto la via della semplificazione dei procedimenti e dell’autocertificazione: una strada che ha permesso di derogare dalla normativa, evitando di effettuare prelievi nelle aziende, e di derogare dalle Commissioni di Degustazione, così da rispettare il blocco imposto alla circolazione e tutelare la salute di tutti i collaboratori.
Le nostre sedi sono comunque rimaste operative, seguendo da remoto tutte le necessarie verifiche documentali. Abbiamo inoltre sempre garantito tempi celeri per la consegna dei Contrassegni di Stato, in modo da favorire la tempestiva risposta delle aziende ad una domanda che in questi mesi si è fatta last minute.
La continuità dell’iter certificativo ha costituito per noi una priorità: abbiamo scelto di essere più flessibili per far sì che il nostro sistema non si fermasse.
Nondimeno, le procedure adottate, seppur parziali e di natura esclusivamente documentale, forniscono alcune fondamentali certezze in merito al controllo delle quantità di prodotto nella disponibilità delle aziende (il cosiddetto “carico”), mentre le verifiche organolettiche, in conformità con quanto stabilito dall’ICQRF, hanno costituito oggetto di autocertificazione.
Nonostante l’emergenza, abbiamo cercato di applicare soluzioni che fossero ispirate, allo stesso tempo, ai principi della prudenza e della riduzione del rischio potenziale, facendo appello al senso di responsabilità dei produttori.
In seguito, e alla luce dell’evolversi della situazione epidemiologica e dell’inizio della cosiddetta fase 2, Valoritalia ha adottato una procedura per il contenimento del rischio di contagio, finalizzata alla graduale ripresa dell’ordinaria attività di certificazione.
Le nostre sedi si sono dotate di procedure operative per la sicurezza – sia del personale impiegato, che degli eventuali ospiti – e si sono attrezzate per lavorare quanto più possibile da remoto.
Dal 13 maggio sono ripresi i ritiri dei campioni di vino in cantina e il loro invio ai laboratori, e dal 18 maggio le visite ispettive nelle aziende. Per l’attività delle Commissioni di Degustazione è invece prevista una graduale ripresa delle attività a partire dalla prima settimana di giugno, non appena concluso, ove necessario, un adeguamento delle sale di degustazione che ne consenta lo svolgimento in piena sicurezza.
In ogni caso, la sicurezza del personale interno, dei collaboratori e degli ospiti, rimarrà al centro delle nostre preoccupazioni fino a che l’emergenza non sarà dichiarata ufficialmente esaurita. Infine, un accenno alle attività di verifica ex post che Valoritalia realizzerà, in accordo con ICQRF, sulle partite di vino che sono state oggetto di autocertificazione: si tratterà di verifiche su un campione di imprese, individuato anche in base ad una “analisi del rischio”, che tenga conto di eventuali “anomalie” rilevabili da un confronto statistico, con le performance realizzate nel biennio precedente.
Siamo tutti consci che il 2020 sarà un anno difficile per le aziende italiane, ma non necessariamente nero. L’Italia non ha mai smesso di lavorare. Magari ha rallentato, ma non ha mai smesso. Ha resistito.
E speriamo che, anche grazie al nostro contributo, la filiera riprenda a pieno ritmo il più velocemente possibile.

Giuseppe Liberatore
Direttore Generale Valoritalia