Dopo la crisi: le proposte di Federdoc.

In una situazione di emergenza e crisi sanitaria, economica e sociale come quella che in questo momento stiamo vivendo, dovuta alla diffusione del Covid-19, la Federdoc insieme alle altre organizzazioni della filiera, si è attivata per presentare alle Istituzioni delle proposte di misure economiche/fiscali e di misure agricole a supporto del settore vitivinicolo.

Il contesto nazionale ed internazionale è cambiato radicalmente e repentinamente, in un mondo che si è scoperto impreparato sotto ogni punto di vista. Le misure restrittive adottate per contenere la pandemia hanno causato una drastica riduzione delle vendite e dei consumi on–trade di vino per la chiusura di ristoranti, alberghi, agriturismi, bar ed enoteche, ma anche di una parte consistente delle vendite dirette in cantina a causa dell’azzeramento dell’attività turistica. Questi due segmenti (on trade e vendita diretta), rappresentano il 57% dei volumi consumati nel mercato italiano, pari a circa 12 milioni di ettolitri. Dobbiamo aggiungere, all’incirca, altri 4 milioni di ettolitri che hanno rappresentato le vendite di vino italiano all’estero nel canale on-trade. Si sta quindi determinando un accumulo di prodotto nelle cantine italiane che non trova sbocco sui mercati. La situazione è ancora più preoccupante se consideriamo la nuova campagna vendemmiale in arrivo e la grave recessione economica che inevitabilmente si verificherà, a causa della diminuzione delle attività produttive e i suoi effetti in termini di contrazione PIL, aumento della disoccupazione e diminuzione dei consumi delle famiglie. Per un prodotto come il vino non è pertanto difficile ipotizzare una significativa contrazione dei consumi.

Consapevoli del contesto socioeconomico, abbiamo cercato di individuare una serie di strumenti che consentano di intervenire tempestivamente per contrastare gli effetti della crisi (che si stanno manifestando già oggi) e dare liquidità alle aziende in sofferenza; misure fondamentali per la sopravvivenza delle imprese e per garantire i livelli occupazionali, in attesa che il quadro generale torni alla normalità.

Le proposte di Federdoc – concordate con tutta la filiera vitivinicola – sono incentrate su misure economiche e su misure di emergenza straordinarie. Le prime contemplano la sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali e l’erogazione di finanziamenti a breve e medio termine destinati ad alimentare produzione e commercializzazione dei prodotti, con la parallela attivazione di strumenti finanziari di garanzia pubblica e privata per l’accesso al credito.

La garanzia sarà fondamentale anche alla ripresa delle movimentazioni verso il canale HoReCa e nei canali di distribuzione esteri, considerando che per un certo periodo i flussi finanziari per il pagamento del venduto saranno per lo meno incerti. Ultima delle misure economiche proposte da Federdoc è l’attivazione del pegno rotativo anche per il vino, coinvolgendo i consorzi fidi, le banche sul territorio, i consorzi di tutela e gli enti di certificazione. Relativamente alle misure di emergenza straordinarie, le proposte riguardano la distillazione di crisi e la cosiddetta “vendemmia verde”, anche se in una forma interamente rivisitata. La distillazione di crisi è uno strumento di intervento sul mercato – già previsto in situazioni straordinarie – per far fronte ai volumi di giacenze di vino dell’annata 2019/2020, ai quali andranno presto ad aggiungersi le produzioni della prossima vendemmia.

È stato richiesto che fosse una distillazione di crisi “volontaria” – dunque non obbligatoria – e finanziata da adeguate risorse economiche, da reperire preferibilmente all’interno di un nuovo budget di emergenza per il nostro settore a livello europeo, con l’obiettivo di porre rimedio allo shock di mercato e alle perdite patite dai produttori. Forte, in questo senso, è stato l’impegno di Federdoc ed EFOW – la nostra federazione europea, per chiedere ai Parlamentari Europei del Gruppo Intervino un’azione incisiva sulla Commissione per trovare i fondi finora negati. Di tale azione abbiamo visto in questi giorni i risultati con la lettera pubblica degli Onorevoli De Castro e Dorfmann, seguiti da moltissimi loro colleghi. La misura della distillazione deve prevedere una contestuale riduzione delle rese dei vini privi di indicazione geografica, per scongiurare la perdita di efficacia che la misura potrebbe avere con una futura produzione non controllata di queste categorie di prodotti.

La seconda misura di emergenza straordinaria è la vendemmia verde. Allo scopo di sostenere i produttori e mantenere un adeguato livello qualitativo, è stata proposta una misura transitoria ed innovativa: una vendemmia verde atipica, volta alla riduzione volontaria delle rese produttive dei vini a denominazioni di origine, anziché la sola e già nota distruzione totale del prodotto. La riduzione verrebbe accompagnata da un ristoro economico per il viticoltore. Consapevoli dell’insufficienza dei fondi necessari per finanziare questi interventi, facendo ricorso ai soli fondi dell’OCM, e consci della gravità della situazione in cui versa il settore vitivinicolo, abbiamo chiesto al Governo risorse straordinarie dedicate a tali misure.

Oltre a queste specifiche richieste, sono stati prospettati altri interventi sul piano nazionale ed europeo, con lo scopo di dare respiro al settore attraverso la previsione di deroghe per l’utilizzo delle autorizzazioni di impianto e reimpianto, per la conclusione di progetti di ristrutturazione e conversione, investimento e promozione e per il congelamento delle sanzioni attualmente previste.

In ultimo, ma non per importanza, dobbiamo pensare a come rilanciare il settore non appena i mercati interni europei ed internazionali verranno riaperti, attraverso strategie di promozione che superino le distanze e mantengano elevata la richiesta delle nostre eccellenze. Sarà importante prevedere un coordinamento nazionale mirato ad una utilizzazione dei fondi disponibili che non lasci spazio a sprechi, perché ora più che mai c’è bisogno di un lavoro di squadra che porti, in breve tempo, a risultati tangibili.

 

Misure economiche

• Sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali.

• Finanziamenti a breve e medio termine destinati

  ad alimentare produzione e commercializzazione dei prodotti.

• Strumenti finanziari di garanzia pubblica e privata

  per l’accesso al credito delle imprese. La garanzia sarà fondamentale

  anche alla ripresa delle movimentazioni verso il canale HoReCa

  e nei canali di distribuzione esteri, considerando che per un certo periodo

  i flussi finanziari per il pagamento del venduto saranno per lo meno incerti.

• Differimento dei termini di rimborso dei debiti in corso, sia a breve

  che a medio termine, che elimini almeno il periodo fino a fine anno.

• Attivazione del pegno rotativo anche per il vino, coinvolgendo

  i consorzi fidi, le banche sul territorio, i consorzi di tutela,

  gli enti di certificazione.

Misure di emergenza straordinarie

1. Distillazione di crisi

• La distillazione di crisi volontaria e non obbligatoria.

• Finanziata da adeguate risorse economiche, preferibilmente all’interno

  di un nuovo budget di emergenza per il nostro settore a livello europeo,

  con l’obiettivo di porre rimedio allo shock di mercato

  e alle conseguenze patite dai produttori.

• La misura della distillazione deve prevedere una contestuale riduzione

  delle rese dei vini privi di indicazione geografica, per scongiurare la perdita

  di efficacia che la misura potrebbe avere con una futura produzione

  non controllata di queste categorie di prodotti.

2. Vendemmia verde

Sempre allo scopo di sostenere i produttori e di mantenere un adeguato livello qualitativo del prodotto, è stata proposta una misura transitoria ed innovativa, una vendemmia verde atipica volta alla riduzione volontaria delle rese produttive dei vini a Denominazioni d’Origine, anziché una distruzione totale del prodotto, con un ristoro economico per il viticoltore.

Riccardo Ricci Curbastro
Presidente Federdoc