Il brillante spirito di competitività di molte imprese food italiane ha portato all’applicazione di marchi privati e collettivi favorendo l’espressione di aspetti unici e caratteristici dei processi produttivi, difficilmente riconoscibili fra i requisiti degli standard e certificazioni esistenti. I marchi collettivi sono destinati ad essere utilizzati da una pluralità di soggetti appartenenti ad un’associazione o ad un consorzio titolari del marchio. Il titolare quindi può essere qualunque soggetto che svolga la funzione di garantire origine, natura e/o standard qualitativi di determinati prodotti o servizi descritti in un disciplinare; in quest’ultimo sono inclusi anche i relativi controlli e l’indicazione del soggetto deputato al controllo stesso. Il valore aggiunto offerto da Valoritalia si concretizza nella stesura del Piano dei controlli che deve essere adeguato e coerente al disciplinare e applicabile per gli aderenti al sistema di qualificazione. Valoritalia, inoltre, interviene con visite ispettive, controlli documentali e di prodotto, a favore della trasparenza e a garanzia delle caratteristiche promesse ai consumatori da parte del titolare del marchio. Fra le realtà che hanno scelto Valoritalia quale organismo di controllo ritroviamo alcune eccellenze come il marchio collettivo Sori’ dell’Associazione Comuni del Moscato, applicabile a vini a denominazione d’origine ottenuti esclusivamente con uve coltivate sui Sörì, vigneti con pendenza media ponderata del crinale di coltivazione del 40%, con condizioni critiche di coltivazione e con esposizione al sole ottimale per la vigna. L’area interessata al marchio include i vigneti situati nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Non solo le filiere vitivinicole perseguono la scelta del marchio collettivo, lo dimostra l’Associazione per la Taggiasca del Ponente Ligure che ha ottenuto dall’UE in data 15 agosto 2020 il certificato di registrazione per il marchio collettivo “Taggiasche della Liguria” per la tutela della cultivar Taggiasca e degli oliveti coltivati nelle provincie di Imperia e Savona; questo marchio è garantito inoltre dalla dicitura DNA controllato a cura del polo tecnologico di pianura di Lodi PTP Science Park. Anche nel mondo dell’acqua e delle produzioni dei molluschi vi sono unicità da raccontare, è il caso della Selvaggia di Marina di Ravenna marchio collettivo di proprietà della Cooperativa Piccola e Media Pesca La Romagnola e della Cooperativa Nuovo Conisub, che riconosce la cozza (Mytilus galloprovincialis) di natura selvatica, da crescita spontanea su substrati sommersi di origine naturale o artificiale, raccolta a mano, da pescatori e operatori subacquei specializzati tramite esclusivo utilizzo di raschietto a mano, a basso impatto ambientale; questa modalità di pesca è riconosciuta dal Codice di Condotta per le forme di pesca sostenibili a lungo termine e con benefici socio-economici; gli attrezzi usati sono tipicamente quelli dell’alto e medio Adriatico. Il periodo di raccolta della cozza selvatica rispetta la stagionalità identificata dal ciclo di crescita e sviluppo del mollusco stesso. Un ulteriore e rilevante modello di valorizzazione delle produzioni italiane con il marchio collettivo è quello della Fondazione del Distretto Rurale di Montalcino che ha affidato a Valoritalia la definizione dei Piani di controllo dei disciplinari di ben 5 prodotti: miele, pecorino, olio, zafferano e tartufo. L’obiettivo del marchio Eccellenze di Montalcino si concretizza nel rafforzare l’economia locale e la governance del territorio, esaltando un paniere di prodotti ad elevato tenore identitario. L’aspetto che rende unico e prezioso il percorso per l’attribuzione di un marchio collettivo è la condivisione, fra gli associati, di principi e valori; essi sono portatori delle stesse sensibilità, quelle per la salvaguardia delle risorse suolo e acqua, per le peculiarità paesaggistiche e la cultura rurale locale, per le caratteristiche geo-climatiche o per la provenienza, quelle rivolte al lavoro e alla professionalità degli operatori della filiera. La disciplina del marchio collettivo, di base nell’art.11 del CPI Codice della proprietà industriale (decreto legislativo 10 febbraio 2005, n.30) è stata modificata dal decreto legislativo 20 febbraio 2019, n. 15, in recepimento della Direttiva (UE) 2015/2436. I marchi collettivi hanno una validità settoriale secondo la Classificazione di Nizza, per questo nella registrazione devono essere indicati le classi specifiche per i prodotti e i servizi che godranno della concessione del marchio da parte del titolare, dopo esito favorevole del controllo. La validità dei marchi collettivi è anche territoriale, ovvero italiana se registrati all’UIBM (ufficio italiano brevetti e marchi), mentre per una tutela su tutto il territorio dell’UE la registrazione è posta sul sito dell’EUIPO (ufficio dell’unione europea per la proprietà intellettuale).

Gloria Minarelli
Consulente Dipartimento Sviluppo e Innovazione Valoritalia